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III Domenica di Pasqua – Gesù non smette di cercarci.

Nella PRIMA LETTURA ci troviamo di fronte al tema del “nome” di Gesù, l’unico nome nel quale possiamo essere salvati. È con questo terna che termina la lettura: lieti per essere stati ritenuti degni di essere disprezzati a motivo del nome. La traduzione dal lezionario non lascia trasparire il carattere di “grazia” che gli apostoli attribuiscono alla loro persecuzione; inoltre, nell’originale, si dice semplicemente “il nome” (non il nome di Gesù): il nome per eccellenza non ha bisogno  di.essere esplicitato. La fede nel nome causa dunque persecuzioni, anche quando per la forza di quel nome si fa del bene agli uomini»

 

Nella SECONDA LETTURA  tutti e tutto sono coinvolti, convocati e ordinati intorno al trono dell’Agnello immolato. E’ Lui, che ha riscattato per Dio con il suo sangue “uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione”  per farne un unico nuovo regno. .. Siamo proprio al centro di quello che in tanti modi ogni giorno il Signore ci regala nella sua Parola affinché noi lo celebriamo nella nostra umile storia. Finalmente il Libro può essere aperto. Colui che al v.5 era visto come il leone di Giuda, ora è presentato come l’antico Agnello della Pasqua dei padri ebrei, perfettamente e meravigliosamente adempiuto nel Figlio di Dio: in Lui iniziano la nuova creazione e la nuova storia.

 

Il VANGELO  di oggi narra la terza apparizione di Gesù risorto ai discepoli .. Il racconto è collocato nella cornice della lorfo vita quotidiana tornati alla loro terra e al loro lavoro di pescatori, dopo i giorni sconvolgenti della passione, morte e risurrezione del Signore. Era difficile per loro comprendere ciò che era avvenuto. Ma, mentre tutto sembrava finito, è ancora Gesù a “cercare” nuovamente i suoi discepoli. Questa volta li incontra presso il lago, dove loro hanno passato la notte sulle barche senza pescare nulla. Le reti vuote appaiono, in un certo senso, come il bilancio della loro esperienza con Gesù: lo avevano conosciuto, avevano lasciato tutto per seguirlo, pieni di speranza… e adesso? Sì, lo avevano visto risorto, ma poi pensavano: “Se n’è andato e ci ha lasciati… E’ stato come un sogno…”. Ma ecco che all’alba Gesù si presenta sulla riva del lago; essi però non lo riconoscono (cfr v. 4). A quei pescatori, stanchi e delusi, il Signore dice: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (v. 6). I discepoli si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca incredibilmente abbondante. A questo punto Giovanni si rivolge a Pietro e dice: «È il Signore!» (v. 7). E subito Pietro si tuffa in acqua e nuota verso la riva, verso Gesù. In quella esclamazione: “E’ il Signore!”, c’è tutto l’entusiasmo della fede pasquale, piena di gioia e di stupore, che contrasta fortemente con lo smarrimento, lo sconforto, il senso di impotenza che si erano accumulati nell’animo dei discepoli. La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi.

Da allora, questi stessi sentimenti animano la Chiesa, la Comunità del Risorto. Tutti noi siamo la comunità del Risorto! Se a uno sguardo superficiale può sembrare a volte che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento, la Chiesa sa con certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua.( Papa Francesco )

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