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Ascensione del Signore – Con Gesù l’uomo ritorna nel cuore di Dio

Nella  PRIMA LETTURA l’invito a non rimanere fissi sulla nostra storia, ma neppure di stare col naso per aria. Bisogna camminare nel suo vangelo, per essere suoi testimoni. Si cammina con i piedi per terra, ma condotti dallo Spirito che verrà, avendo nel cuore la forza tutta nuova messa dal Signore.

 La domanda che i discepoli fanno sul regno d’Israele  nasce dal fatto che Gesù ha promesso come imminente la venuta dello Spirito. Ma è il Padre che stabilisce i tempi e i loro contenuti. A noi sta di adeguarci con un’azione corrispondente, senza avere la pretesa Di anticipare tempi che ancora non esistono. L’operare efficacemente in rapporto ai tempi e ai momenti prepara e può anticipare il tempo successivo, non per una logica interna alle cose ma per l’intervento divino. Ciò che è vecchio non può rinascere, quindi i tempi non cambiano per una loro intrinseca forza, ma per l’azione dello Spirito.

 

Nella SECONDA LETTURA  viene proclamato che  Gesù, nuovo Adamo è venuto tra noi immergendosi totalmente nella vicenda umana, e, come uomo, è entrato “nel cielo stesso”(ver.24). L’ingresso del sommo sacerdote nel “santuario fatto da mani d’uomo”, ogni anno una sola volta all’anno, è figura e profezia del “sacrificio di se stesso” che Gesù ha compiuto “per annullare il peccato”(ver.26).   Mentre il sommo sacerdote vi entra “con sangue altrui”(ver.25), cioè con il sangue delle vittime sacrificali, Gesù, “dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza”(ver.28). Egli “non deve offrire se stesso più volte” come il sacerdote che lo deve fare ogni anno. Noi quindi oggi non offriamo sacrifici, ma celebriamo l’unico sacrificio di Gesù. Tale celebrazione è il cuore della nostra fede. E’ la fonte della speranza cristiana, perché non c’è male, non c’è peccato che non sia tolto per la potenza del suo sacrificio d’amore.

 

Nel VANGELO di oggi l’invito ad annunziare a tutti la buona notizia: Gesù ha sofferto è morto ed è risorto per salvare tutti, nessuno escluso; la solenne investitura ad essere Testimoni della salvezza; la promessa del Consolatore, il “Ritorno” al Padre.

 L’ascensione del Signore, che oggi celebriamo,  è veramente un mistero chiave per la comprensione dell’oggetto della nostra fede.  … E’ il ritorno di Gesù al Padre .. Come è venuto dal Padre senza mai uscirne, senza mai separa­rsi da lui quanto alla sostanza, cosi ora ritorna  al Padre nel senso che questo reingresso nel seno del Padre – da cui è uscito e in cui  è , a un tempo, da tutta l’eternità — si realizza pienamente in lui anche in un modo storico, per la sua umanità.

Per capire un po’ di più il mistero, …  bisogna che andiamo oltre il diaframma che la coppia di concetti cielo-terra può rappresentare per noi.  Altrimenti se non riusciamo, … , a forare questa specie di parete, non entriamo nella comprensione del mistero. E pareti come questa non si bucano con il tra­pano della nostra parola, …  si bucano solo con la grazia stessa che ci deve essere data nel dono puro dello Spirito.  …  … Ritornando al Padre  … nell’atto stesso in cui sembra allontanarsi …  in realtà si fa massi­mamente intimo a noi e noi diventiamo massimamente intimi a lui. Comprendere la glorificazione di Gesù, la sua risurrezione e la sua ascensione, vuol dire penetrare il mistero più intimo dell’essere di Dio e acquisire progressivamente, per il Cristo che è entrato in Dio, l’esperienza di tutti gli esseri in Dio: l’esperienza prima di tutto di noi stessi in Dio per il Cristo e poi l’esperienza di tutti gli altri esseri, per il Cristo, in Dio.     Di modo che non si può dare più nessun’altra unità con gli altri esseri, se non un’unità che sia mediata da quest’esperien­za del nostro rapporto col Cristo in Dio. … ( Tratto da: “G. Dossetti, omelia registrata, 11.5.1972”).

La verità è che Gesù non è più con noi, si è occultato, è nel mistero della Gloria del Padre. Questo vuol dire che l’uomo è nel cuore di Dio che l’uomo non abita soltanto il tempio materiale, abita il mistero di Dio. …     Questa punta avanzata dell’umanità che è Gesù è inserita nella gloria di Dio per cui non possiamo più separare l’umanità e Dio, perché in Dio l’uomo è già: Gesù nostro fratello è come la primizia di questa immanenza dell’umanità in Dio. 

L’Ascensione di Gesù è il mistero in cui l’uomo penetra in Dio e si stabilisce permanentemente in Lui, nella sua gloria, è il mistero che ci proietta dentro un tempo laico, dove i cieli non hanno più molta importanza, dove le modalità religiose non sono affatto decisive per la nostra fede, possono anche scomparire.

Gesù non lo conosciamo. Se vi dicono, è qui, è là: non ci andate. Non vi muovete, perché solo alla fine lo conoscerete. ….  La presenza di Dio è sempre ai margini, dove l’uomo viene ucciso secondo la Legge.

Noi siamo collocati in questa incertezza. . Solo  entrando nella misura umana come nella cruna di un ago, noi respiriamo il respiro di Dio che, per opera di Gesù non è lontano da noi, è in ciascuno di noi.   ( Ernesto Balducci )

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