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Santa Famiglia – Anche la fede di Maria è una fede «in cam­mino», una fede che ripetutamente si trova nel buio e, attraversando il buio, deve maturare.

Gesù fra i dottori nel tempioOggi, festa della Santa Famiglia, la liturgia della Parola ci invita a riflettere sull’esperienza vissuta da Maria, Giuseppe e Gesù, mentre crescono insieme nell’amore reciproco e nella fiducia in Dio ( N. Galantino )
Le Letture bibliche che abbiamo ascoltato ci hanno presentato l’immagine di due famiglie che compiono il loro pellegrinaggio verso la casa di Dio.
Elkana e Anna portano il figlio Samuele al tempio di Silo e lo consacrano al Signore (cfr 1 Sam 1,20-22.24-28) .
Alla stessa stregua, Giuseppe e Maria, per la festa di pasqua, si fanno pellegrini a Gerusalemme insieme con Gesù (cfr Lc 2,41-52) . ( Papa Francesco )
Il Vangelo, ci presenta la famiglia di Nazaret come una famiglia umanamente provata, fin dal suo nascere (il dramma di Giuseppe, il viaggio verso Betlemme, il rifiuto all’accoglienza, l’esilio eccetera). C’è qualcosa però che, in tutto questo travaglio vissuto dalla Santa Famiglia, non è mai venuto meno: il riferimento a Dio e al suo progetto.
 I Vangeli parlano di “sogni” che precedono e accompagnano le grandi decisioni e guidano i vari spostamenti della famiglia di Nazaret. È un modo per affermare che la vita della famiglia di Nazaret si svolge tutta sotto lo sguardo paterno di Dio e in armonia con le sue proposte.
L’altro elemento che nella famiglia di Nazaret non è mai venuto meno – anche in un momento drammatico e angosciante per Maria e Giuseppe quale lo smarrimento del loro figlio – è la capacità di stupirsi di fronte alla progressiva manifestazione di Gesù: «Al vederlo », commenta Luca, «restarono stupiti ». Uno stupore che aveva colpito anche i dottori del tempio in dialogo con Gesù, «per la sua intelligenza e le sue risposte».
Sapersi stupire e meravigliare è il contrario del dare tutto per scontato, è il contrario del leggere tutto secondo i propri criteri, è aprirsi alla comprensione dell’altro, tanto nei confronti di Dio quanto del prossimo. Un atteggiamento che, anche nelle nostre famiglie, potrebbe sanare tante ferite relazionali. ( N Galantino )
L’evangelista ci rac­conta che solo dopo tre giorni Maria e Giuseppe ritrovarono Gesù nel Tempio, dove stava seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. … La risposta di Gesù alla domanda della madre e im­pressionante: Ma come? Mi avete cercato? Non sapevate dove deve essere un figlio? Che cioè deve tro­varsi nella casa del Padre, «nelle cose del Padre» (Lc 2,49) ?  Gesù dice ai genitori: mi trovo proprio là dove è il  mio posto – presso il Padre, nella sua casa.
…Maria aveva detto: «Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Gesù la corregge: io sono presso il Pa­dre. Non è Giuseppe mio padre, ma un Altro – Dio stesso. A Lui appartengo, presso di Lui mi trovo.  Può forse essere espressa più chiaramente la figliolanza divina di Gesù?  
Gesù parla di un «dovere» al quale Egli si attiene. II Figlio, il bambino deve essere presso il padre.
…San Luca descrive la reazione di Maria e Giuseppe alla parola di Gesù con due affermazioni: «Essi non compresero ciò che aveva detto loro», e «Sua ma­dre custodiva tutte queste parole nel suo cuore» (Lc 2,50.51) .  La parola di Gesù è troppo grande per il momento.
Anche la fede di Maria è una fede «in cam­mino», una fede che ripetutamente si trova nel buio e, attraversando il buio, deve maturare. Maria non comprende la parola di Gesù, ma la custodisce nel suo cuore e lì la fa  arrivare pian piano alla maturità. … 
Con l’annotazione, ripetuta due volte nel racconto dell’infanzia, secondo cui Ma­ria custodiva le parole nel suo cuore (cfr. Lc 2,19.51), Luca rimanda – come s’è detto – alla fonte, alla quale egli attinge per la sua narrazione. Al tempo stesso Maria appare non soltanto come la grande credente, ma come l’immagine della Chiesa, che custodisce la Parola nel suo cuore e la trasmette.  (Tratto da “ L’infanzia di Gesù” di Benedetto XVI )
Dopo il dialogo tra Gesù e i suoi genitori, il cammino della famiglia di Nazaret riprende verso un altro santuario: la casa di Nazaret. Pellegrinaggio non è solo quello che da Nazaret ha portato la Santa Famiglia al Tempio di Gerusalemme. Pellegrinaggio è anche quello che i tre compiono per tornare alla loro casa, a Nazaret.
Anche la loro casa è un tempio.
Infatti, mentre il Tempio di Gerusalemme è il luogo dell’incontro della famiglia con Dio, la casa a Nazaret è il luogo dell’incontro e della vita ordinaria della famiglia, vissuto nella reciprocità. Una santità, quindi, quella della Santa Famiglia, vissuta nella normalità del quotidiano e, proprio per questo, un modello concreto al quale le nostre famiglie possono guardare, con speranza e fiducia. ( N. Galantino )
…… Tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l’amore e l’obbedienza.
Nell’Anno della Misericordia, ogni famiglia cristiana possa diventare luogo privilegiato di questo pellegrinaggio in cui si sperimenta la gioia del perdono. Il perdono è l’essenza dell’amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio. Poveri noi se Dio non ci perdonasse! E’ all’interno della famiglia che ci si educa al perdono, perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere.
Non perdiamo la fiducia nella famiglia! E’ bello aprire sempre il cuore gli uni agli altri, senza nascondere nulla. Dove c’è amore, lì c’è anche comprensione e perdono. Affido a tutte voi, care famiglie, questo pellegrinaggio domestico di tutti i giorni, questa missione così importante, di cui il mondo e la Chiesa hanno più che mai bisogno. ( Papa Francesco)
 

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