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XI Domenica del T.O. – La donna che unge con olio profumato Gesù rende misteriosamente omaggio in anticipo al Maestro promesso alla morte e già vincitore della morte.

La peccatrice marotta jL a Liturgia della Parola di questa domenica ci parla di peccato e di redenzione, presentandoci due storie umane, in cui l’ultima parola – di misericordia e perdono – è pronunciata da Dio (o da un suo profeta), perché chi ha peccato possa riconoscere i propri errori, rialzarsi e ricominciare una nuova vita.
Nella sua casa, Davide (prima lettura) dà dimostrazione di un uso scaltro e malvagio dell’intelligenza e del potere, fi­no a provocare la morte di un innocente. Il cuore di Davide, spinto al peccato dalla passione, viene però “recuperato” dal profeta Natan, che lo conduce al riconoscimento della propria colpa e alla conversione. Sui gesti di morte compiuti da Davide vengono così pronunziate parole di vita: «Il Signore ha rimesso il tuo peccato: tu non morirai».
Nella casa di Simone (Vangelo) ha luogo un’altra storia di peccato e redenzione. Su una donna viene pronunziato un giudizio senza appello («è una peccatrice»), con la pretesa di far diventare questa condanna l’unica chiave di lettura della sua storia e del suo cuore. Ma Gesù non la pensa così. Al giudizio e alla condanna perentori pronunziati da Simone, padrone di casa, si contrappone l’affermazione perentoria, ma misericordiosa e aperta alla vita nuova, di Gesù: «I tuoi peccati sono perdonati!». ( N. Galantino )
Tutti e quattro gli evangelisti ci raccontano della  donna che unge Gesù con olio profumato. Si tratta di un episodio che senza dubbio aveva colpito profondamente i testimoni; ma nella fase della trasmissione orale che precede la fissazione dei Vangeli per iscritto, deve essere avvenuta una notevole confusione.
 Nella versione di Marco e Matteo il fatto avviene a Betania pochi giorni prima della Passione, ed è opera di una donna senza nome.  Il quarto evangelista lo attribuisce a Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro; Luca invece colloca l’episodio nei primi tempi del ministero di Gesù, in una città della Galilea.
In quest’ultimo racconto la donna è una peccatrice, e l’episodio ha un carattere molto diverso: mentre negli altri racconti il fatto dell’unzione è centrale, nel racconto di Luca il profumo versato sui piedi di Gesù è uno dei molti gesti di pentimento e di amore.
Matteo e Marco dicono che la donna versa il profumo sul capo di Gesù che sedeva a mensa. Luca e Giovanni, in modo molto diverso e con diverso intento teologico, parlano invece di un profumo versato sui piedi e asciugato con i capelli. Perciò si è fissata nell’immaginario popolare la figura di una donna dai capelli sciolti prostrata ai piedi di Gesù con un vaso di profumo (ed è anche l’immagine tradizionale di Maria di Magdala, la quale invece con capelli e profumo non ha nulla a che vedere).
Questa scena ha ispirato spesso gli artisti, i quali però raffigurano di solito la versione lucana o giovannea dell’episodio (unzione dei piedi) e non la versione di Marco e Matteo (unzione del capo). È soprattutto un fatto di convenienza simbolica: per rappresentare l’unzione del capo bisognerebbe raffigurare la donna in piedi, a un livello superiore a quello di Gesù seduto a mensa. Con l’unzione del capo venivano consacrati i re, i sacerdoti e, almeno in senso spirituale, i profeti; e ad effettuare l’unzione del capo era una persona autorevole all’interno della comunità, non certamente una donna.
Quindi questa donna svolge un ruolo autorevole e dal forte spessore misterico. Il suo è un gesto “strano”, e il malumore dei presenti si fonda su questo. Essi razionalizzano il disagio in disapprovazione per lo spreco, ma in realtà sono scossi da questo gesto, ricco di misteriose risonanze e misteriosamente autorevole, compiuto da una donna. Questa donna vede più lontano di tutti i discepoli, ancora inebriati dell’ingresso trionfale a Gerusalemme e lontanissimi dal prevedere quanto avverrà pochi giorni dopo. Lei rende misteriosamente omaggio in anticipo al Maestro promesso alla morte e già vincitore della morte. Questa figura è straordinaria e forse non è stata ancora adeguatamente interrogata. ( Lilia Sebastiani )
[ La donna del profumo]   parla in silenzio, senza parole. …. Non dice ma  …. compie quattro azioni  successive che hanno al centro i piedi di Gesù: li bacia, [ gesto di tenerezza ] li bagna con le lacrime, [le lacrime lavano e purificano il cuore di colui che le lascia scorrere.]  li asciuga con i capelli[Il gesto contiene una tremenda forza evocatrice. L’immagine ci riporta al Cantico dei Cantici.] e li unge con il profumo.[ Il profumo non si dona a chiunque, né si usa inutilmente. È un dono destinato a dimostrare deferenza a persone molto amate.] Queste quattro azioni comportano un contatto fisico che Gesù accetta con tutta naturalezza…..  
La donna, così, cancella completamente una norma essenziale della pietà dei farisei, cioè la separazione tra puro e impuro … Affrontando di petto la problematica del codice di purità, Gesù si sarebbe totalmente escluso dalla possibilità di dialogo con Simone.  …. Sceglie perciò un argomento [parabola tratta dal condono dei debiti ] che li unisce, almeno di principio. … conservando in tal modo la possibilità di comunicazione in un momento di alta tensione. [ Dopo la narrazione della parabola ] Gesù invita Simone ad uscire dal suo mondo chiuso, fatto di separazioni e proibizioni, affinché possa godere della logica dell’amore, che in definitiva è la logica del perdono. … Simone si ritiene puro, perfetto, santo …. in realtà anch’egli ha bisogno di un creditore generoso che gli condoni i debiti che ignora. ….    
[ Poi ] Simone scompare dalla scena, ma il racconto continua. E per la prima volta Gesù si rivolge alla donna: «I tuoi peccati sono stati perdonati»,  sorprendendo e provocando l’indignazione dei commensali «Chi è costui che persino perdona i peccati?» . Gesù ne tralascia il commento e torna a rivolgersi alla donna: «La tua fede ti ha salvato, va’ in pace» …. La donna entra senza dignità e senza sostegno nella casa del fariseo e ne esce con il riconoscimento della sua dignità, con il perdono.
(Nuria Calduch-Benages – “Il Profumo del Vangelo: Gesù incontra le donne” )
 

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