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XVII Domenica del T.O. – Consegnandoci il ” Padre Nostro”, Gesù ci invita a fare esperienza di preghiera, mettendoci direttamente in comunicazione col Padre, suscitando una nostalgia per una relazione personale con Dio, con il Padre.
La PRIMA LETTURA [ ad una prima riflessione, sembra presentarci ] una contrattazione abile, scaltra. Abramo è un ottimo commerciante. Prima si assicura l’accettazione del principio generale, poi, forte di questo principio, tira dicendo che il principio vale anche riducendo il numero. È una contrattazione abile e accanita. Ma la risposta che Dio dà supera di molto la domanda. [ Quella di Dio ] è tutta un’altra concezione che qui entra: non si tratta semplicemente di separare il giusto dall’ingiusto, ma di fare più conto di alcuni giusti che di una moltitudine di peccatori e, rovesciando la solidarietà in vicarietà, di salvare tutta la città in vista di alcuni. Continua a leggere
V Domenica di Pasqua – “… Che vi amiate gli uni gli altri” – È questo un comandamento e non una scelta nostra: l’iniziativa è di Dio.
Nella PRIMA LETTURA Paolo e Barnaba ci mostrano come fondano una comunità e come ne avviano la vita. Essi, «dopo aver pregato e digiunato, li affidarono al Signore». … Niente consultazioni, niente progetti preventivi, niente accordi. Piuttosto gesti che, se non escludono l’impegno pastorale e apostolico, non riducono però la vita comunitaria a strategie pastorali più o meno accorte. Preghiera, digiuno, rimettere nelle mani del Signore la sorte dei fratelli: questi i tre gesti che assicurano la novità che Gesù Risorto vuole portare nella vita dei suoi. ( N. Galantino)
IV Domenica di Pasqua – Ascoltare e riconoscere la voce di Gesù implica intimità con Lui.
Il primo versetto della PRIMA LETTURA sottolinea come l’annuncio parte da Gerusalemme, dalla sinagoga. L’esortazione a perseverare nella grazia di Dio ha come scopo quello di, passato l’entusiasmo del primo momento, proseguire nel cammino di conoscenza assecondando la grazia donata da Dio. Non solo i Giudei ma anche molti Gentili si radunano per ascoltare la parola di Dio. Alla gelosia dei Giudei, Paolo e Barnaba rispondono con franchezza. Il rivolgersi alle genti non è dettato da degno nei confronti dei giudei ma solo dalla Parola di Dio, che l’apostolo cita. ( Is 49,6). Il rifiuto ( che sfocia nella persecuzione di Paolo e Barnaba ) non ostacola ma fa progredire l’annuncio secondo il piano stabilito da Dio Continua a leggere
XXXII Domenica del T.O. – La chiesa è e deve essere chiesa dei poveri, umile.. un pò vedova ma in attesa del Veniente!
Nella prima lettura la vedova di Sarepta (simbolo di una realtà pagana, piccola e povera dalla quale lo stesso Elia viene educato nel continuare il suo ministero) ci viene presentata come modello di obbedienza e di ascolto di colei che accoglie la Parola con fede, perché «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11,1).
In lei lo stesso profeta sperimenta nella sua solidarietà e accoglienza che la Parola e la carità non si esauriscono.
La vedova è colei che si fida di Dio senza riservare niente per sé e senza aspettarsi da Lui alcun miracolo, perché capace di giocare la propria vita su Dio, con un atteggiamento di fiducia, di apertura e di disponibilità completa alle sue vie e alla sua provvidenza. Continua a leggere