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VII DOMENICA DEL T.O. – Chi ha paura dei nemici ha una paura che nasce dal fatto che è lui il nemico,

Il discorso delle Beatitudini – che abbiamo ascoltato nel Vangelo di due domeniche fa – ha aperto nel nostro cuore di credenti un orizzonte nuovo, che richiede un cambio deciso nel modo di pensare e agire.
A chi non si scandalizza di questo messaggio esigente e “sovversivo”, Gesù rivolge nuovamente la sua parola, guida sicura per entrare ancor più concretamente nel senso profondo delle Beatitudini.
Anche oggi, infatti, il Vangelo riporta l’esigente invito di Gesù a fidarsi di lui e percorrere con coraggio vie nuove, fortemente contrastanti con le logiche del mondo.
Vie di rinnovamento della nostra esistenza, tracciate secondo la logica di Dio. E ce n’è abbastanza per chiudere il libro del Vangelo e andarsene, o almeno per sentirsi fuori gioco, di fronte a esortazioni così decise: «Porgi l’altra guancia… Ama i tuoi nemici… Sii perfetto come il Padre tuo…». ( N. Galantino )
Ai nostri più accaniti oppositori, noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria.( Martin Luther King -La forza di amare )
Gesù non predica rassegnazione, non chiede di lasciare che l’ingiustizia trionfi, ma chiede un atteggiamento creativo, sempre capace di toccare l’aggressore, di fargli ascoltare una domanda che egli non si pone. …. Sempre si tratta di “vincere il male con il bene” .. Perché la logica evangelica è rispondere al male facendo il bene, rispondere positivamente a chi ha bisogno. ( E. Bianchi )
Chi ha paura dei nemici ha una paura che nasce dal fatto che è lui il nemico, è lui che ha prepotenze interne, ha volontà di conquista, ha lui la libidine del potere ed è proprio per camuffare questa sua ferinità che egli si costruisce l’avversario. C’è tutta una storia di avversari che abbiamo combattuto mentre il male era dentro di noi.
Finalmente ci è possibile …  dirci cristiani senza avere nemmeno un nemico.  E se per caso c’è un nemico, è quello a cui vogliamo bene, per cui preghiamo e che semmai vorremmo smontare dal suo stato di ingiusta inimicizia, attraverso un di più di amicizia: questo ci dice il Signore.
 Non è questo un principio riservato ad una élite, è un principio che è condizione di sapienza per tutti gli uomini: questa è la nostra certezza. Siamo arrivati ad un punto in cui la stoltezza di questo mondo ha toccato il limite, e il limite è quello in cui una tendenza si sviluppa fino a negare se stessa.
… La difficoltà di tradurre queste idee di fondo nelle mediazioni politiche, statuali, giuridiche è immensa, però questa è la verità a cui dobbiamo rifarci. Ed è misurandoci con questa verità che potremo giudicare con profonda sapienza lo stato di imbarazzo drammatico in cui oggi ci troviamo.
Quando il Signore ci ha detto di essere perfetti come il Padre che è nei cieli ha detto queste parole in un preciso contesto. Quando è che io sono come il Padre? Quando amo tutti, quando non ho più nemici.
La santità di Dio è che per Lui non c’è nessun nemico, anche il suo nemico Egli lo ama, chi Lo bestemmia è protetto da Lui; c’è chi non crede in Lui ma Lui crede in chi non ci crede. Dio ama tutti: questa è la verità misteriosa del Vangelo. …
Dobbiamo riconoscere che per essere perfetti come Dio, dobbiamo abolire in noi la necessità del nemico. Perché Egli ama tutti.
Questo principio se noi lo lasciamo discendere lentamente nel fondo di noi stessi, ci chiarifica, ci fa luce.
Tante tristezze nostre sono il frutto di questa nostra necessità di avere dei nemici e di produrli.
 Se noi avessimo un cuore libero da questa necessità sentiremmo in noi qualcosa della perfezione di Dio che manda la pioggia nel campo dei giusti e nel campo degli ingiusti: questa è la perfezione di Dio che si è dischiusa anche a noi. ( Ernesto Balducci – da: “Il Vangelo della pace” – vol. 1 )

Gesù Cristo non è morto per i giusti e per gli operatori di pace, bensì per i peccatori e i nemici, per gli ingiusti, per chi porta odio, per chi uccide. A dar retta  al nostro cuore, vorremmo stare solo con gli amici,con i giusti, con gli onesti. Ma Gesù Cristo stava in  mezzo ai suoi nemici. Proprio là voleva essere. Ed è là che anche noi dobbiamo essere. È questo che  ci distingue da tutte le altre dottrine e religioni. In quelle, i fedeli vogliono stare tra di loro. Cristo invece  ci vuole in mezzo ai nostri nemici, come ha fatto lui; è  in mezzo ai suoi nemici che egli è morto, della morte  dellʼamore di Dio, e ha pregato: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,24). È  tra i nemici che Cristo vuole riportare la sua vittoria.
Perciò non tiratevi indietro, non tentate di sottrarvi,  ma usate bontà verso tutti, fate la pace, per quanto dipende da voi, con tutti gli uomini (D. Bonhoeffer,  Memoria e fedeltà, 118-119).
Essere “religiosi”, nella logica del Vangelo di oggi, non è mettere in pratica – più o meno – delle leggi. Piuttosto è stabilire e nutrire un vero rapporto d’amore con Dio in Cristo, attraverso l’ascolto costante della parola di Dio e un incontro continuo con lui nella preghiera. Solo all’interno di questa relazione d’amore possiamo comprendere il senso di quanto oggi ci è stato detto ( N. Galantino )
 

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