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ASSUNZIONE B.V. MARIA – La Madre di Gesù è immagine  e   inizio  della Chiesa, che   dovrà  avere il suo compimento nell’età futura

La  PRIMA LETTURA  ci presenta, .. il mistero della Chiesa come partecipazione ai misteri di Gesù. Celebrando quindi Maria, noi celebriamo il mistero della nostra vita e delle nostre comunità, chiamate pure a partecipare ai misteri di Cristo e di Maria. Tra la Chiesa e Maria vi è un rapporto inscindibile: Maria rappresenta la Chiesa e ne diviene simbolo e segno. La maternità di Maria rivela la maternità stessa della Chiesa. La Chiesa implora e ottiene il Cristo, che si fa Carne in Maria; Maria coopera con la Chiesa nel suo ruolo di Madre, cioè nel suo rigenerare a immagine e somiglianza di Cristo gli uomini in virtù dell’annunzio evangelico e della celebrazione dei divini misteri.

Maria anticipa il destino della Chiesa con il suo parto verginale e con la sua glorificazione nel corpo e nell’anima: «La Madre di Gesù è immagine  e   inizio  della Chiesa, che   dovrà  avere il suo compimento nell’età futura» ( LG 68).  In tal modo Maria  non può essere senza la Chiesa, né la Chiesa senza Maria. In Maria l’anelito di tutto il popolo di Dio è esaudito e la Madre del Messia, proclamata beata da tutte le generazioni, rivela alla Chiesa il senso delle sue sofferenze, delle sue fatiche e delle sue lotte perché tutti i popoli divengano l’unico popolo di Dio in cui Cristo è pienamente presente. Anche negli apostoli si manifestano queste doglie di parto della Chiesa (cfr. Gal 4,19).

La SECONDA LETTURA proclama  la grande obiezione di Dio nei confronti di un tempo che si avvolge incessantemente su se stesso senza che vi sia mai qualcosa di veramente nuovo. “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia dei morti” ….. La Risurrezione di Gesù  provoca la risoluzione positiva e la novità radicale di tutto e di tutti. Senza questo avvenimento che tutto rinnova e rigenera, non c’è spazio per una vita nuova, non c’è spazio per un’etica che voglia dirsi veramente cristiana.  Nei vv.23-28 Paolo descrive l’evento supremo della risurrezione finale, … “Egli consegnerà il regno a Dio Padre”. … Il nostro tempo è quello in cui il Signore del Vangelo sottomette a Sé ogni realtà, anche e soprattutto quelle che dominano e schiavizzano l’esistenza umana. “Ogni principato e ogni potestà e potenza…L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte”. Solo il Cristo può questo, perché, a motivo della sua obbedienza sino alla Croce, Dio “ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi”

L’assunzione in cielo di Maria non è di per sé una verità necessaria, ma di certo dice una verità autentica che appartiene alla nostra fede. Questa verità è contenuta in germe nella pagina di VANGELO di oggi, il canto di Maria.  Nel Magnificat Maria racconta la sua vicenda personale con colui che da subito confessa per ciò che è per tutto Israele “il Signore”, ma che poi immediatamente riconosce per ciò che è per lei “mio Salvatore”. Solo il Dio che è riconosciuto da ciascuno come “mio Salvatore” può essere confessato da tutti come “il Signore”.   

 La storia di questa ragazza con il suo Salvatore è iniziata quando ha sentito che il Signore ha posto su di lei il suo sguardo e ha visto la sua piccolezza; piccolezza che non è insignificanza ma marginalità, che è la condizione dei poveri del Signore nel mondo. Maria si è sentita guardata non usata, riconosciuta non utilizzata. L’inizio e poi il seguito del Magnificat attesta come Maria iscrive la sua intima e personalissima storia con Dio nella storia di tutto il popolo d’Israele, rivelando così come questa giovane donna sia lucidamente consapevole del significato dei fatti che la coinvolgono. Eventi che lei “custodisce e mette insieme nel suo cuore” (Lc 2,19) e dunque avvenimento che lei non subisce passivamente ma che vive attivamente come donna di fede

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